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Giovanni Albanese - Enna-Leonfortese, sono un doppio ex, ho vissuto un’esperienza indimenticabile con entrambe le squadre
Faccio subito una premessa. Tornare su Dedalo per me è un dolce ritorno nella mia primissima casa natale, un’emozione unica. Qui ho scritto il primo pezzo nel giorno dei miei 15 anni: oggi ne ho 37, ma non dimenticherò mai chi mi ha dato la prima possibilità per fare i primi passi. Ricordo quel periodo in cui ero ancora studente: il profumo della moka e la solita sigla del primo tg anticipavano la sveglia, seguivo con interesse ogni notizia e pensai che potesse essere la mia strada. Massimo (che ringrazio anche per i consigli che continua a darmi ancora) mi supportò da subito: lo conoscevo perché papà di Marco e Giulio, ai quali mi lega grandissimo affetto. Cominciai a scrivere di Sport e torno a farlo dopo tanti anni qui in occasione di Enna-Leonfortese, una partita che per me rappresenta molto: sono un doppio ex, avendo avuto l’opportunità di vivere un’esperienza con i colori gialloverdi prima e biancoverdi dopo.
Riaffiorano ricordi e legami che sarei pronto a rivivere come un tempo, anche tutti i giorni. Col rischio, però, di ritrovarmi a fare di nuovo a pugni con l’altra parte di me che per qualche anno ha cercato altrove una forma più adeguata alle proprie ambizioni. Sono andato via da Enna nel 2015, a metà della mia quarta stagione da team manager della Leonfortese. In quest’ultima società custodisco una delle soddisfazioni personali e professionali più belle di sempre: la vittoria del campionato di Eccellenza 2013-14. Con la mia città invece tengo vivo un rapporto strano, quasi un patto non scritto: abbiamo la necessità di star lontano ma lei sa che tornerei in qualunque momento, allora per non farci del male ci ridiamo sempre appuntamento a tutte le volte in cui ci mancheremo o che l’uno avrà bisogno dell’altra.
Enna-Leonfortese era tra le partite che avevo individuato a inizio stagione tra quelle che avrei voluto vedere dal vivo: non potrò perché sarò all’estero, ma avrò comunque modo di viverla a modo mio, tra chat e telefonate. È un momento particolare per entrambe le squadre. Per l’Enna soprattutto, visto il fresco cambio dell’allenatore. Giungere a un esonero non è mai facile perchè evidenzia pur sempre un fallimento di chi ha scelto il tecnico: ma a volte fare mea culpa è necessario e può rappresentare un nuovo punto di forza. Credo Utro sia un allenatore valido e per questo gli auguro le migliori fortune, ma comprendo la decisione presa dalla società e condivido la scelta di affidare la squadra a un tecnico navigato come Campanella: l’uomo giusto in un momento così delicato.
La dirigenza gialloverde non ha bocciato Utro: ha tolto ogni alibi alla squadra. Ora ognuno dovrà dimostrare di essere all’altezza delle ambizioni della società, che vuole vincere e non si nasconde: ma non deve perdere di vista l’equilibrio come i tifosi. Aver sfiorato la promozione in Serie D l’anno scorso non concede vantaggi per quest’anno, perché nel calcio ogni anno si ricomincia da zero. Come nessun curriculum tra quelli dei calciatori di lusso per la categoria garantisce vittorie senza giocare (bene) le partite. Alla fine, nel calcio festeggia solo chi a fine partita fa pesare di più la maglia perché l’ha ben impregnata di sudore, e talvolta non basta neanche quello.
Feci parte dell’Enna di La Bianca, quella formata perlopiù da giocatori ennesi e nel quale era capitano Bertuccio, ora vice allenatore. Dopo la scelta di Mister Campanella ho letto qualche polemica su una presunta poca considerazione dei tecnici ennesi. Sono tanti e stimo la maggior parte di loro, ma voglio prendermi la responsabilità di fare nomi e tentare di spegnere le critiche più sterili. Se la società avesse optato per qualche promozione interna, di esoneri - e dunque di fallimenti - ne avrebbe completato due o tre almeno: azzerando anche il progetto tecnico ai propri giovani, che invece sono affidati a professionisti di prima fascia e non a caso stanno ottenendo degli ottimi risultati di crescita.
A chi mi ha chiamato per chiedermi perché non affidare la squadra a Colajanni (o a qualche altro tecnico delle giovanili ennesi) ho risposto che meriterebbe di certo un’opportunità pure tra i professionisti, ma il contesto attuale richiedeva la soluzione di un problema strutturale in prima squadra e non uno stravolgimento dei quadri tecnici del club, dove il settore giovanile resta un asset fondamentale per il futuro. Lo dico da amico di Sergio, Max, Giovanni e qualche altro allenatore che apprezzo davvero tanto. E da persona che su questa dirigenza si è ricreduta solo da un po’ di tempo a questa parte per una evidente maturazione avvenuta negli anni, dopo aver nutrito diversi dubbi all’inizio.
Credo la società sia adesso all’altezza degli obiettivi che dichiara e che le vadano dati fiducia e sostegno incondizionato: perché spesso gestire pone di fronte a difficoltà ben diverse da quelle che s’immaginano dall’esterno. Trovo sempre rassicuranti le parole del dottor Montesano e ammetto di condividere spesso la mia passione per i colori gialloverdi con il presidente Stompo, anche tramite uno dei miei più cari amici che sogna come me l’Enna in Serie D. È un nostro pensiero fisso da sempre, ancora più quest’anno perché è stato negato il ripescaggio in un campionato che vede già qualche retrocessa certa a seguito di crisi economiche facilmente prevedibili.
Certo, non bisogna perdere di vista alcuni obblighi legati a certe ambizioni. La gestione del campo di gioco alla società garantisce un manto erboso che non ha da invidiare nulla ai professionisti, ma la struttura attorno del Gaeta non è adeguata per la Serie D: servirebbero interventi importanti. In questo senso non va certo meglio alla Leonfortese, costretta addirittura ad andar via da Leonforte. Ho seguito con interesse e non riesco ad accettare la situazione che si è venuta a creare sullo stadio, anche perché lì dentro ho vissuto quattro stagioni bellissime tra Eccellenza e Serie D e soprattutto la festa promozione nell’aprile 2014.
Qualche mese fa ho mandato un messaggio al presidente Russo, che era il vice presidente durante le mie ultime stagioni alla Leonfortese, chiedendogli di non mollare pur comprendendo la sua stanchezza. Non sempre ci siamo amati negli anni in cui abbiamo lavorato insieme ma ho sempre avuto grande rispetto del suo amore per i colori biancoverdi, già da quando me lo ritrovai tra i cinque tifosi presenti a Castelvetrano, in casa della Folgore, nella mia prima partita in panchina da dirigente della Leonfortese. Conosco insomma la sua passione e so bene quanto tenga alla squadra di cui è davvero il primo tifoso: e quanto le sia costata la provocazione di cambiare denominazione con “Centro Sicilia” per negare ogni riferimento a Leonforte.
Dico questo: la Leonfortese esiste e lo si deve proprio al dottor Russo che ce l’ha particolarmente a cuore, e per questo sta lottando per restituire alla società la dignità che merita. Ha scelto un allenatore che non conosco personalmente ma che a Leonforte avevamo affrontato più volte da avversario temibile: Mister Tarantino è uno tosto, un’ottima scelta. Ma so anche che a fare la differenza in quel contesto saranno sempre gli uomini di Leonforte, quelli che tengono da sempre ai colori biancoverdi. Da Mannarà a Marsiglione, sono in tanti e comprendo le difficoltà di chi si sta trovando in una situazione davvero difficile, dentro quelle giornate che non regalano visibilità ma solo tante ore di lavoro dietro a una serie di cose da risolvere.
Spero tanto la partita di domenica possa essere un manifesto per lo Sport siciliano, tra due squadre che hanno tutto per regalare una bella partita di calcio a due tifoserie che non hanno mai fatto mancare il loro affetto. Avrei fatto fatica ad affrontare una delle due squadre da avversario, indossando i colori di una o dell’altra. Da tifoso di entrambe, invece, mi auguro che possa essere una bella domenica di calcio e di Sport: rimanendo nei limiti del rispetto dell’avversario, senza andare oltre. Mi emoziono quando qualcuno - apprendendo della mia provenienza - ricorda l’Enna gloriosa di qualche decennio fa, proprio come quando incontro qualche ex giocatore della mia Leonfortese che ora gioca tra i professionisti. Sono certo che sarà una bella partita: buona domenica a tutti.
Giovanni Albanese
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