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L’arte: a ciascuno la sua
Seguendo vari telegiornali di qualche tempo fa mi ha incuriosito la notizia della scoperta da parte della sig.ra Susanne Mayer Buser di Dusseldorf, del quadro del pittore olandese Piet Mondrian dipinto nel 1941 titolato New York City, appeso alla parete per tutti questi anni, sottosopra. Pur non essendo un intenditore d’arte, mi sono chiesto come mai dei nastri adesivi di vari colori incrociati, appiccicati ad una tela, possono diventare un’opera d’arte così rilevante ed essere esaminata e sbirciata da grandi critici di diversi paesi del mondo senza che nessuno si sia accorto di questo errore? Ho osservato altre opere di questo pittore fondatore del neoplasticismo come l’albero grigio e l’albero rosso: ho capito che sono alberi.
Torniamo nel nostro piccolo mondo: salendo da Enna Bassa per andare al castello di Lombardia SP 51, all’ultima curva, sul muro a sinistra, alcuni abitanti della zona mi hanno fatto notare che è stato realizzato un dipinto che ho osservato attentamente da vicino ed ho perso diversi minuti per capire di cosa si trattasse, mi sono chiesto: da un autobus pieno di turisti che passa da questa curva le persone cosa vedono? Facendo una foto, ho notato che si distingue meglio, ad occhio nudo no. Per esempio, quelli che vengono per visitare il castello, si può pensare che la guida li porta a vedere questo dipinto quasi invisibile e fatto in un posto anonimo e in un muro non intonacato e si vedono anche al piano terra due garage? Da qualche tempo spicca molto meglio la presenza di tante erbacce.
In considerazione del fatto che ci sono voluti tanti giorni di lavoro con l’utilizzo del cestello e dei costi, sicuramente alti, sorge spontanea una domanda: chi ha dato l’autorizzazione si spera fosse a conoscenza del tipo di lavoro e del luogo dove veniva eseguito. Secondo me quest’opera la vedranno in pochi e probabilmente gli abitanti della zona proveranno ad apprezzarla.
Io non sono un artista, mi considero solo uno scarso creativo: con dei pezzi di tubo di ferro zincato, ho realizzato un soggetto stilizzato che ho denominato: “la ballerina africana”. Pensavo di avere fondato l’arte del tubismo ma leggendo su internet ho scoperto che esiste già: consiste nel realizzare dei dipinti utilizzando direttamente il tubetto, inventata dalla pittrice Azra Huskich Croata, quindi rinuncio e la battezzo “l’arte del tubista”.
Le mie osservazioni sull’arte non contano, invece conta la speranza e la voglia di vedere valorizzata questa nostra città che merita di essere frequentata da turisti che si fermino per qualche giorno, non solo in escursione, perché Enna ha la volontà di accogliere tanti visitatori per mostrarne tutti i monumenti e le bellezze naturali.
Qualche tempo fa ho visto con piacere su Rai 2 un documentario di linea verde che parlava di Enna, delle tradizioni, dei monumenti, di diversi artigiani della ristorazione e dell’arte ed altri artigiani della provincia. Ha parlato di Enna anche la trasmissione “il provinciale”. Speriamo che questo passaggio dalla tv possa servire come rampa di lancio per far conoscere meglio la nostra bella provincia, dove lavorano operatori turistici lieti di accogliere con garbo e signorilità, come è costume del popolo Ennese, tutti i visitatori Italiani o stranieri.
Angelo Miano osservatore indipendente
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