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Dott. Ferrari, non si faccia innervosire dal 25 aprile
Ho letto gli apprezzamenti negativi di Dante Ferrari nei miei confronti. Non mi sono di certo stupito, non è la prima volta che il Dott. Ferrari dall’alto del suo ventennio in Consiglio Comunale sconta l’incapacità di andare oltre. Quel che è peggio è che la sconta praticando l’esercizio più antico dei cortigiani.
Ciononostante nutro un grande rispetto per questo antico alleato della sinistra. Perché questo è Ferrari: il miglior alleato della sinistra. Oggi, 25 Aprile, più che mai, considerato che è il giorno antifascista per eccellenza. Onore a colui che ha saputo dilapidare un’eredità politica missina, quindi post fascista, familiare e cittadina, con una nonchalance particolarmente gradita a chi invece sta con i valori della Resistenza, della Democrazia e del rispetto dei popoli e delle persone. Anche degli avversari. Quindi Dott. Ferrari, non si faccia innervosire dal 25 aprile.
Quindi così come ho fatto da sempre, continuo a rispettare questo inconsapevole alleato, che di me ricorda solo la volontà di costruire una moschea. E ricorda bene. L’accordo definito con il Console del Marocco, Yossef Ballà, prevedeva che il comune mettesse a disposizione l’area e il Regno del Marocco avrebbe provveduto alla costruzione della Moschea più grande della Sicilia.
In conseguenza della Rivoluzione dei Gelsomini saltò l’ipotesi progettuale e il diplomatico marocchino trasferito a Parigi. Fine del sogno multireligioso
Oggi mi sarebbe piaciuto parlare del genocidio a Gaza in quel luogo di culto, perché le moschee sono luoghi di culto, di pace. Lo dico per evitare che il Ferrari le confonda con Hamas.
Ferrari ricorda anche che ho lavorato per trasferire il carcere e lasciare quel luogo (più di due ettari) all’utilizzo degli ennesi. Vero anche questo, ed anche qui l’accordo era chiuso con il magistrato Alfonso Sabella (quel magistrato antimafia che ha arrestato Bagarella, i fratelli Brusca, Pietro Aglieri e centinaia di altri mafiosi) che allora era il responsabile nazionale della gestione delle carceri italiane.
Anche in quella circostanza, se avessi avuto un minimo di aiuto, al posto di impedimenti dovuti soprattutto alla “pochezza” di molti politicanti ennesi, gelosi e coltivatori di orticelli personali, probabilmente la Comunità ennese avrebbe migliorato la propria vita cittadina.
Eccomi quindi, mi fermo alle sole due cose che il Ferrari ha ricordato.
Potrei continuare in verità, anzi, visto che ho un po’ di tempo disponibile, quando il Ferrari ha tempo e voglia può sempre invitarmi ad un dibattito pubblico su quei cinque anni della mia amministrazione.
Io e lui sul palco del Teatro Garibaldi ad esempio, vedi caso riaperto e rilanciato proprio con la mia amministrazione.
Sarebbe carino, per me, ricordare i vecchi tempi.
Simpaticamente, e mai sorpreso,
W il 25 Aprile
Paolo Garofalo
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