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Pronto soccorso, un solo medico e tanta attesa: perchè non dare maggiore autonomia agli iinfermieri?
Caro Direttore leggo, con piacere, sulla testata da lei diretta numerosi articoli riguardanti gli accessi al Pronto Soccorso di Enna. Gradirei pubblicasse questa mia sperando che possa essere utile.
Leggo con piacere che con l'obiettivo di "superare le carenze e migliorare l'efficienza" la Regione manda gli Ispettori nei Pronto Soccorso. Una commissione tecnica di alto profilo chiamata a verificare lo stato di efficienza e di operatività dei pronto soccorso siciliani. Mi auguro che da questa visita emergano le difficoltà tante volte rappresentate dai cittadini ennesi. Io mi limito a raccontare la mia
storia di un ordinario pomeriggio al Pronto soccorso di Enna.
Storie di sconosciuti che intrecciano i loro destini in un alternarsi di codici verdi,gialli e rossi. Storie di uomini, donne, adulti e bambini costretti ad una forzata convivenza in uno spazio condiviso dove nessuna possibilità è data di rispettare l'intimità e la riservatezza del singolo. Un lungo corridoio funge da sala d'attesa per i più fortunati...i meno gravi coloro che se c'è bel tempo godranno appieno della luce esterna o nella peggiore delle ipotesi, se dovesse piovere, faranno una corsetta sulla sedia a rotelle o sulla barella per scansare l'acqua che si infiltra dal soffitto.
I tempi d'attesa a seconda del colore assegnato diventano biblici perché a parte la strutturale carenza di personale medico qualcosa non funziona nella gestione del piano operativo. Considerato che spesso vi è un solo medico a presidiare il P.S., riesce difficile capire perché non venga concessa più autonomia gestionale all'efficientissimo personale paramedico.
L'ASP di Enna ha la fortuna di avere al P.S. del personale che oltre ad avere professionalità e competenza ha un alto senso del dovere ed una notevole carica empatica che consente la presa in carico, qualità che sopperiscono alle carenze di alcuni medici gettonisti lautamente pagati ma che sembrano pesci fuori dall'acqua. A questo personale ovviamente individuato e retribuito, per l'assunzione di responsabilità, bisognerebbe a mio avviso dare maggiore autonomia, perché se al triage arriva il ragazzo caduto dal motore che ha una caviglia gonfia e dolorante, non occorre scienza per capire che la prima cosa da fare è una radiografia per accertare eventuali fratture, e allora perché aspettare inutilmente che lo veda prima il medico?
Se nel caso di dolore toracico è previsto da protocollo l'effettuazione degli enzimi perché dopo avere fatto l'elettrocardiogramma l'infermiere non può fare il prelievo ed accelerare i tempi?
Che senso ha fare attendere ore perché prima deve vederti il medico? Se il paziente arrivato al P.S. ha necessità di un consulto specialistico perché aspettare il medico di turno per interpellare lo specialista del caso?
Ritengo sarebbe opportuno lasciare all'infermiere (ovviamente con anni di esperienza, professionalizzato ed aggiornato), la possibilità di fare un inquadramento diagnostico di massima dei codici bianchi, verdi e taluni gialli che che sono i più numerosi. Servirebbe a ridurre i tempi d'attesa ,fornirebbe al medico di turno un quadro già chiaro della situazione del paziente .... che nell'attesa è diventato impaziente e darebbe maggiore e ricosciuta autonomia agli infermieri la cui professionalità viene riconosciuta da quanti hanno necessità di ricorrere al Pronto soccorso. Mi auguro questo mio suggerimento possa essere tenuto nella dovuta considerazione da questa commissione chiamata a dare suggerimenti per garantire il pieno diritto all'assistenza e alla salute e per rendere ai cittadini un servizio più efficiente.
Angela Marco
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