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Bocciatura senza attenuanti per l'ATI nella gestione dell'emergenza idrica
Impietoso il giudizio del rappresentante dei Comitati cittadini ennesi, Carlo Garofalo, dopo l'incontro che ha avuto lunedì scorso con il presidente dell'ATI avv. Cammarata. Se nella forma non si lascia andare nella sostanza boccia per intero l'operato della società d'Ambito e dei 20 sindaci della provincia. “Invitiamo la politica – dice Garofalo – ma soprattutto i rappresentati istituzionali e cioè i sindaci a riflettere sulle azioni da intraprendere per tornare al servizio pubblico.”
Bocciatura senza attenuanti per l'ATI, ente pubblico, con funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull'attività di gestione del servizio idrico integrato.
I Comitati hanno puntato il dito prioritariamente sulla mancanza di un valido piano di emergenza, l'ultimo è stato approvato nel lontano 2005, 19 anni fa. Ed oggi in piena crisi possederne uno attuale e vigente sarebbe stato di fondamentale importanza. Il piano, infatti, ha carattere preventivo e serve a stabilire le fonti alternative di approvvigionamento idrico rispetto le dighe.
Da parte sua Cammarata si sarebbe cercato di smarcare sostenendo che il piano per l'emergenza
sarebbe stato superato dalla decretata emergenza. “E non è così – afferma Garofalo - il piano emergenziale dell'ATI ha finalità di prevenzione mentre quello che sta realizzando la cabina di regia ha finalità gestionali. Sarebbe stato più corretto riconoscere l'inadempienza da parte dei sindaci.”
Altro punto e altra deficienza. L'art. 28 della convenzione impone la stesura di un piano per la ricerca e la individuazione delle perdite a cura del gestore. Dalle notizie ottenute dai Comitati il piano sarebbe stato presentato da AcquaEnna, ma nel lontanissimo maggio del 2006, 18 anni fa, con una rete che continua a contare perdite per circa il 50 %. Terzo punto posto sul tavolo la tariffazione. L'Ati ha il compito di approvare le tariffe che notoriamente sono esose e dopo circa 20 anni dall'affidamento hanno solo saputo gonfiarsi. Garofalo e i suoi hanno chiesto all'ATI di “valutare se esistono le condizioni di risoluzione del contratto con AcquaEnna alla luce delle evidenti inadempienze sulla gestione complessiva del servizio.”
E infine ha sottolineato a comprova di quanto sostenuto “che il dirigente regionale della Protezione Civile Salvo Cocina, ha recentemente affermato che l'attuale situazione di crisi è il frutto di
inadempienze perpetrate nel corso degli anni da parte di AcquaEnna e dalla stessa ATI.” Un giudizio netto, negativo, tranciante. Basterà a scuotere il mondo della politica ennese per correre ai ripari?
Paolo Di Marco
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