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“Anno alla prova”, “odissea” nel mondo della scuola
Uscito a gennaio, “Anno alla prova” di Diego Palma è un libro che permette di comprendere la complessa realtà della scuola italiana di oggi attraverso tutte le trasformazioni che si sono avvicendate nel corso del tempo. Si racconta di esperienze personali vissute da chi costituisce a pieno titolo una parte importante del settore, ma viene per varie ragioni misconosciuto: i precari lavorano e vivono condizioni di disagio spesso ignorate e drammatiche, ma meriterebbero invece maggiore considerazione ed equiparazione delle possibilità rispetto ai docenti a tempo indeterminato.
Sono lavoratori ritenuti per certi versi di serie B che affrontano nelle aule scolastiche più di altri emergenze e difficoltà. Il precario deve ogni anno guadagnarsi la stima e la fiducia di colleghi, dirigenti, studenti e famiglie; perché a settembre si ricomincia con nuove incognite e tante sfide; a settembre arriva puntualmente il magone di chi parte per nuove mete spesso lontanissime da casa. Diego Palma racconta con leggerezza e con profondità proprio la vita di coloro che nella scuola ancora ci credono, ma rimangono attoniti rispetto a tante incongruenze che ostacolano un’evoluzione più efficace dei rapporti di lavoro e anche del sistema scuola; a settembre i risparmi del docente fuorisede bruscamente si ridimensioneranno creando incertezza e disagio.
L’“odissea” di Diego per fortuna si è conclusa positivamente e dopo dodici anni ha finalmente conseguito l’agognato “ruolo”. Tempi veramente biblici, a rifletterci sopra. Per molti altri colleghi l’avvenire è piuttosto incerto. Indubbiamente, come scrive l’autore, stiamo attraversando una fase di transizione; dalla riforma gentiliana alle ultime modifiche sono stati molteplici i cambiamenti apportati dai vari ministri al settore che più di tutti dovrebbe premere perché costituisce la fucina delle prossime generazioni di cittadini pensanti. Nel testo non mancano suggerimenti e osservazioni attente circa consigli per alleviare le difficoltà dei precari, come abbondano anche riflessioni importanti sul valore dei rapporti umani, quelli familiari e quelli scolastici.
Le pagine scorrono veloci perché l’autore riesce ad alternare con equilibrio il tono personale / confidenziale del suo vissuto all’approfondimento di tematiche, aspetti, denominazioni della scuola, che risultano ostiche perfino a quelli che ne vivono gli effetti nella professione.
L’amore per l’insegnamento di Diego è profondo e tangibile ed è sicuramente il carburante con cui si alimenta quotidianamente un’istituzione, amata, odiata, trascurata, incompresa, che rimane comunque il fondamento della società futura: la scuola.
Prof. Romano Pesavento
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