Rispetto al 2023, nel 2024, fino ad oggi, sono aumentati del 75% gli allarmi su cibi contaminati di importazione.

Il dato emerge da un’analisi della Coldiretti sui dati del RASFF Rapid Alert System for Food and Feed .

Le allerte sanitarie diramate tra gennaio ed inizio giugno di quest’anno sono state ben 208: quasi un quarto riguarda prodotti provenienti dalla Cina, ma non mancano Paesi europei come la Spagna (per prodotti ittici contenenti mercurio oltre i limiti) e la Turchia (per i pistacchi contenenti aflatossine).

Tra i prodotti ritenuti dannosi, secondo Coldiretti, vengono annoverati i fagioli del Bangladesh con il Chlorpirifos, (una sostanza bandita in Ue che si ritrova anche nel riso basmati proveniente dal Pakistan), i polpi indiani e le seppie congelate albanesi al cadmio, o, ancora, le ostriche portoghesi col norovirus o la carne di anatra ungherese alla salmonella.

Secondo la Coldiretti, che punta l’indice anche su quei prodotti ottenuti utilizzando lo sfruttamento dei bambini, occorre da parte dell’Europa l’emanazione di norme comuni, introducendo l’etichettatura obbligatoria di origine dei prodotti alimentari ed una modifica del codice doganale che permette, oggi, di essere considerato Made in Italy un prodotto in base al principio di ultima trasformazione.

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Filippo Giunta